Gli "Spaghetti dietetici"
Assomigliano agli spaghetti. Hanno la stessa forma, ma una consistenza diversa, più gelatinosa, trasparente, quasi lucida. Saziano come un piatto di pasta, ma con la differenza – sostanziale, soprattutto per chi segue diete dimagranti – che non contengono calorie sotto forma di carboidrati. Si chiamano shirataki, sono un elemento tradizionale della cucina del Giappone, dove sono conosciuti anche con il nome di ito konjaku, e della Cina (moyu o juruo). Sono composti dal glucomannano, una farina di fibra solubile al 100% che si estrae da una pianta asiatica chiamata konjac: qui in Italia il nome dice poco, ma in Giappone è popolare quanto il riso ed è utilizzata nell'alimentazione da quasi 2mila anni. Il konjac assomiglia a una grossa barbabietola e può pesare fino a quattro chili. Ha una particolarità: cresce in alta montagna, dove l'aria è più genuina e il terreno incontaminato. È utilizzata anche in Indonesia, mentre in Corea del Sud vanno pazzi per i bulbi, molto simili alle patate.
Gli shirataki nascono qui, dalla lavorazione del glucomannano, fino a ottenere questi vermicelli che in Occidente sono stati portati alla ribalta dal celebre nutrizionista francese Pierre Dukan attraverso l'omonima dieta, che si prefigge di far dimagrire naturalmente cibandosi degli alimenti fondatori della specie umana: ossia proteine e verdure.
Gli shirataki sono il "primo" ideale per chi non riesce a fare a meno della pasta: azzerano le calorie lasciando inalterato il gusto e il senso di sazietà. Non contengono glutine, hanno un forte potere assorbente e aiutano la riduzione del colesterolo. E visto che assomigliano in tutto e per tutto agli spaghetti, possono essere conditi come un normalissimo piatto di pasta. Quindi ci si può sbizzarrire: sono adatti anche alla carbonara con uova, pancetta e pecorino oppure, per chi non vuole sgarrare del tutto, al tonno o con carciofi e pomodorini. Insomma, nulla di meglio per non rinunciare al gusto senza intaccare la linea.